Siena e la Toscana pagheranno un prezzo altissimo per il Piano di ristrutturazione di Monte Paschi di Siena, concordato con la Commissione UE, cui si deve la riammissione in borsa di oggi.
In quattro anni il gruppo lascerà a casa 5.300 dipendenti, chiuderà oltre 400 filiali, cederà un patrimonio immobiliare prevalentemente toscano per 500milioni di euro e rischia di mettere in pericolo la stabilità finanziaria della Regione qualora le partecipate condivise siano giudicate dal CDA ‘non strategiche’.
Solo le quote di Fidi Toscana valgono per MPS 41 milioni. Se il gruppo Monte Paschi di Siena chiedesse la liquidazione ci troveremmo a fronteggiare un grave problema finanziario e nel caso di uscita da Interporto A. Vespucci l’operazione decreterebbe la probabile fine di questa società.
La Giunta si deve svegliare dal torpore riguardo a MPS. Chieda quanto prima un incontro urgente col CDA e prema sul primo azionista, il Ministero delle Finanze, perché inserisca il patrimonio artistico e di valore culturale tra gli asset da preservare e magari acquisire nel 2021 come liquidazione delle quote.