REGIONE TOSCANA ILLEGALE SUI RIFIUTI, NON RISPETTA NORME EUROPEE E NAZIONALI

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La Regione Toscana a guida PD si conferma illegale nella gestione dei rifiuti, con un atteggiamento sprezzante che vede contenere violazioni delle norme europee e italiane persino nei contratti di servizio.

La Convenzione per la gestione delle discariche di Terranova Bracciolini e Castiglion Fibocchi (AR) indica “Limiti di Conferimento” dei rifiuti sotto i quali è necessario rivedere l’importo al gestore dell’impianto, promuovendo il principio paradossale che la tariffa per i cittadini aumenta se riescono a diminuire i loro rifiuti indifferenziati. Nella stessa Convenzione addirittura si definisce “Quantitativo Minimo Garantito dalla Comunità d’Ambito” la quantità annua di rifiuti che i Comuni membri della Comunità d’Ambito devono conferire agli impianti tramite il gestore unico.

Questo rappresenta una violazione incredibile della Direttiva Europea 98/2008 che definisce la prevenzione dei rifiuti come “priorità assoluta” e precisa nel prologo che “Gli Stati Membri non dovrebbero promuovere, laddove possibile, lo smaltimento in discarica o l’incenerimento”. Ma qui si va oltre perché in barba all’art. 205 del d.lgs 152/2006 che fissa obiettivi precisi di raccolta differenziata –da sempre disattesi dalla Regione Toscana – si incentiva l’indifferenziata con lo scopo palese di tenere in vita impianti sovradimensionati e inutili, quali discariche e inceneritori, fino a dichiarare la necessità di costruirne di nuovi o riattivarne vecchi.

Ricordiamo a Rossi e al PD che – a prescindere da tutte le ragioni economiche, sanitarie ed ecologiche, che stanno dietro le direttive Europee e normative nazionali disattese – qualora si generasse un aggravio delle tariffe a causa di questa Convenzione, ci troveremmo di fronte ad un danno erariale, perché gli Enti Pubblici sosterrebbero costi di smaltimento non dovuti.

Qui abbiamo una Regione che, da 13esima in Italia per raccolta differenziata, importa rifiuti indifferenziati dalle altre regioni – 25mila tonnellate l’anno dal 2009 dalla Liguria e 36mila dalla Calabria tra agosto e settembre – e favorisce accordi con i gestori degli impianti di smaltimento dell’indifferenziata dove si assicurano flussi redditizi. Appurato che in tutto questo non ci guadagnano i toscani ci chiediamo chi ci guadagna e ci auguriamo che la risposta non abbia a che vedere col perché il Presidente Rossi non ha garantito il rispetto della normativa europea e nazionale sul tema rifiuti.