Il Movimento 5 Stelle contesta il progetto di Edison di realizzare un rigassificatore a Rosignano, revisione di un precedente già bocciato nel 2009 dalla Regione Toscana. L’opera è in attesa della valutazione dal Ministero dell’Ambiente, con osservazioni fino al 21 febbraio 2016.
“Parte da qui, in Regione, la nostra battaglia contro questa operazione commerciale, a solo beneficio di Solvay e Edison, in totale controtendenza con i richiami di Irpet e Unione Europea per uno sviluppo centrato su turismo e green economy” segnalano i Cinque Stelle.
“Quest’opera è assente nel Piano Energetico Regionale e il PD ha raccontato per anni che l’unico rigassificatore in Toscana era quello di Livorno, da sempre a mezzo servizio. Questa richiesta di Edison direttamente al Ministero dimostra ancora una volta il nuovo corso del partito di Renzi, dove il governo può agire in deroga ad ogni pianificazione dei territori per interessi che nulla hanno a che vedere con la popolazione che ci vive” ha segnalato Giacomo Giannarelli, capogruppo M5S. “Ma Renzi deve metterselo in mente: la Toscana non è la Leopolda d’Italia. Non è casa sua e non basta convincere Renzi per fare un’opera in Toscana. Rossi sia garante dei nostri poteri di indirizzo e pianificazione” ha concluso il Cinque Stelle.
“Dobbiamo renderci conto della portata di quest’opera” ha chiarito Francesco Serretti, consigliere comunale M5S. “Questo rigassificatore tratterebbe 8 miliardi di metri cubi l’anno di metano portato da navi metaniere che si riverserebbero quindi davanti alla costa di Rosignano e Castiglioncello. 1 miliardo del carico andrebbe alla Solvay, a prezzi di mercato convenienti, bruciato nel suo impianto a turbogas per ottenere energia a basso costo. I restanti 7 miliardi di metri cubi passerebbero da circa 7 km di tubazioni, da far passare sotto ferrovia Aurelia e il fiume Fine. Quanto poi non direttamente immesso sulle condotte esistenti, sarebbe riversato in automezzi in grado di portare il metano in giro per l’Italia. Parliamo di impianti che, sebbene in rari casi, quando esplodono producono danni da bomba atomica e di un inquinamento prodotto tra metaniere, bettoline e automezzi che sarebbe la tomba finale per il rilancio turistico della costa di Rosignano” ha concluso il consigliere comunale M5S.
“La Costa toscana paga un deficit di 18 mila posti di lavoro” ha aggiunto Enrico Cantone, vicepresidente della Commissione Toscana Costiera e Arcipelago. “Il piano per trovarli passa da turismo, risparmio energetico e fonti rinnovabili, come ci dicono Ipert e Unione Europea. Non possiamo pensare che Rosignano, citata da uno studio ONU come uno dei 15 siti più inquinati del Mediterraneo, possa rilanciare il turismo senza bonifiche e riconversione degli impianti che ancora oggi superano le soglie di legge in tema di inquinanti” ha concluso Cantone.