Ieri in aula Enrico Rossi ha risposto alla richiesta di comunicazione urgente sull’emergenza incendi che abbiamo presentato con mia prima firma.
L’emergenza incendi ci ha rubato 2.500 ettari di bosco e questo è avvenuto in assenza di un piano organico di prevenzione dei roghi. Niente sulla tutela del sottobosco, niente sugli strumenti di contenimento. Rossi è arrivato in Consiglio citando idee, come l’estensione dei viali parafuoco oltre l’unico territorio regionale dove ci sono (la provincia di Pisa), ma senza nemmeno una bozza di programmazione per renderle provvedimenti reali. Un’ammissione di fallimento senza redenzione.
Ancor più desolante il suo riconoscere che non esista al momento alcun piano sul rimboschimento delle aree bruciate. Né quelle 2017 né quelle passate. Una notizia resa con il surreale richiamo al fatto che persino la pineta di Vallombrosa bruciata nel 2015 attende ancora i progetti di reimpianto. Forse Rossi ha dimenticato di essere lui il Presidente della Regione? Chi lo doveva promuovere il rimboschimento di Vallombrosa? Capiamo la sua ansia di retorica da opposizione ma fino a prova contraria governa la Regione dal 2010.
Infine ci ha lasciato basiti sentire che per il Presidente della Regione Toscana è meglio evitare di reimpiantare alberi nelle aree private andate in fumo perché potrebbe favorire eventuali nuovi incendi. Speriamo non arrivi a promuovere provvedimenti per cementificarle con la giustificazione che il cemento non brucia e così si prevengono i roghi.
Unica nota veramente positiva il ringraziamento doveroso a vigili del fuoco e volontari che hanno affrontato con eroismo un’emergenza drammatica. Con una prevenzione efficace, programmata per tempo, avrebbero avuto meno condizioni sfavorevoli. Sarà nostra cura esigerla nei prossimi atti di indirizzo regionale.