Abbiamo atteso invano una reazione politica della giunta regionale alla notizia dell’arresto di Duccio Astaldi, presidente del consiglio di gestione di Condotte spa. Nessuno ha aperto bocca, né Rossi, né l’assessore Ceccarelli.
A questo punto va recuperata la credibilità delle istituzioni e per questo abbiamo chiesto formalmente al Presidente della Regione Toscana se, come noi, ritenga prioritario chiedere al Ministero delle Infrastrutture l’immediata sospensione dei lavori del sottoattraversamento di Firenze e della stazione Foster, cui far seguire a stretto giro la convocazione di un “tavolo di garanzia interistituzionale” in grado di rivalutare l’intera opera sotto il profilo ambientale, economico e sociale, utilizzando professionalità “terze”, riconosciute tali a livello nazionale ed internazionale.
In questo quadro lanciamo a Rossi anche una proposta operativa semplice verifichi le condizioni che hanno consentito alle imprese di costruzioni operanti in questa regione di svolgere la loro attività nel rispetto della legge e renda il risultato di questa verifica un modello da applicare per tutte le future opere infrastrutturali toscane. Un modello in grado di garantire i cittadini sul fatto che in futuro, qualsiasi opera pubblica fatta qui sia affidata solo a società di comprovata “onorabilità”.
Ricordiamo che Condotte è l’azienda cui è affidata in via esclusiva la realizzazione del sottoattraversamento di Firenze e che tramite una controllata si occuperà di partecipare alla realizzazione delle nuove strutture del centro ospedaliero pisano di Cisanello, dopo aver contribuito al People Mover di Pisa in ATI, con una procedura di affidamento discussa, all’interno della quale si inserì anche la mai chiarita questione della certificazione antimafia. Quel documento preliminare che secondo molti è arrivato successivamente, per il quale abbiamo chiesto a Rossi una parola definitiva di verità.
E’ priorità del Movimento 5 Stelle restituire credibilità alle istituzioni.
Condotte spa ha richiesto il concordato preventivo per un indebitamento di oltre due miliardi di euro, dovuto anche a circa 900 milioni di crediti vantati verso la Pubblica Amministrazione.
Non vorremmo mai che alla fine di tutto siano l’azienda e i suoi lavoratori (tenuti a freno magari con la promessa di ammortizzatori sociali), insieme ai cittadini danneggiati da sperpero di denaro pubblico e cantieri infiniti, a pagare le colpe di una politica dei partiti incapace di programmare e saldare il dovuto nei tempi di legge, in materia di opere pubbliche.