L’attività di trapianto di fegato della Regione Toscana è nata nel 1996 e sin d’allora è svolta presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Pisa.
La nascita del Centro trapianti di fegato di Pisa è stata contrassegnata da conflitti tra le Aziende di Careggi e di Pisa. La soluzione fu trovata con un accordo: il programma sarebbe iniziato a Pisa sotto la guida del Prof. Franco Mosca, ma coadiuvato da quel Prof. Franco Filipponi, formatosi a Firenze e a Parigi (presso l’Hopital Cochin), che poi ha diretto il centro fino ai nostri giorni. Sempre secondo l’accordo Careggi avrebbe iniziato solo una volta realizzate 100 procedure e formati a Pisa chirurghi fiorentini.
In effetti nei primi anni alcuni chirurghi di Careggi partecipavano in qualità di osservatori alle procedure di trapianto. Ma col tempo questo tipo di collaborazione si è ridotta, mentre il programma di trapianto di fegato di Pisa diventava nel tempo uno dei principali, a livello nazionale e internazionale. A favorire questa crescita: la propulsione delle attività regionali di donazione e l’organizzazione aziendale creata in seno all’AOUP.
PISA ECCELLENZA NAZIONALE
I numeri spiegano bene cos’è successo: i trapianti di fegato (in gergo “procedure”) sono passati da 109 nel 2014 a 142 l’anno scorso. Tradotto per i non addetti ai lavori negli anni 2015 e 2016 il programma di Pisa è stato il primo – per numero di procedure – a livello nazionale e il 23 novembre 2017 il centro pisano ha festeggiato la quota simbolica di 2000 procedure.
A livello nazionale Pisa è seconda solo a Torino, col centro dell’Ospedale San Giovanni Battista – Molinette diretto dal Professor Mauro Salizzoni, che nel 2017 ha raggiunto 3000 procedure, ma era partito nel 1992 (quindi quattro anni prima il Centro Trapianti di fegato dell’AOUP).
LO “SCIPPO” A PISA
Careggi pare stia reclamando di creare un nuovo Centro Trapianti di fegato, a Firenze, portando questa eccellenza toscana progressivamente via da Pisa, col bene placet della giunta regionale. Una scelta discutibile contro la quale chiediamo al Consiglio regionale di prendere una posizione chiara, sostenendo una nostra mozione con la quale impegneremmo la giunta a fermare questo piano e concentrare le risorse in via prioritaria sul già esistente programma trapianto di fegato di Pisa mantenendolo come unico centro di riferimento.
La storia di questa piccola ossessione fiorentina di togliere a Pisa il Centro Trapianti di fegato è passata da diverse iniziative, una delle quali guidata persino dall’allora chirurgo Ignazio Marino, poi buttatosi in politica.
Ogni volta l’evidenza sconsigliava questo tipo di operazioni e vi spiego rapidamente perché.
1300 CASI L’ANNO … 22 CENTRI
Nel 2017 i ventidue Centri per trapianti di fegato italiani hanno eseguito 1307 procedure (cioè trapianti di fegato). I Centri sono così distribuiti:
- Cinque nel LAZIO (Roma La sapienza; Roma Tor Vergata; Roma Gemelli; Roma Spallanzani; Roma Ospedale Bambino Gesù)
- Quattro in LOMBARDIA (Milano Tumori; Milano Niguarda; Milano Policlinico; Bergamo)
- Due in VENETO (Verona; Padova)
- Due in EMILIA-ROMAGNA (Modena; Bologna)
- Uno in FRIULI-VENEZIA-GIULIA (Udine)
- Uno in PIEMONTE (Torino)
- Uno nelle MARCHE (Ancona)
- Uno in LIGURIA (Genova – unico centro italiano che è stato chiuso dalla Regione Liguria per alcuni anni. Recentemente, l’attività è ripresa in collaborazione con Milano Niguarda)
- Uno in TOSCANA (Pisa)
- Uno in CAMPANIA (Napoli Cardarelli)
- Uno in PUGLIA (Bari Policlinico)
- Uno in SARDEGNA (Cagliari Brotzu)
- Uno in SICILIA (Palermo Ismett)
L’Italia ha quindi già oggi uno dei numeri maggiori di Centri di trapianto di fegato per popolazione, in Europa ci batte solo la Spagna. Per capire l’ordine di grandezza: la Francia ha questa attività concentrata nella regione parigina (con Centri ulteriori a Rennes, Strasbourg, Nantes, Montpellier e Bordeaux), e il maggior Centro francese (Paul Brousse, Parigi) ha iniziato le trattative per fondersi col centro di Henri Mondor (Parigi) e dar vita a un centro in grado di eseguire 230-240 procedure annuali. Per il resto d’Europa riporto qualche esempio: nel Regno Unito i Centri sono solo 6, Belgio e Olanda insieme ne fanno 8 (di cui uno pediatrico), la Germania ne ha 23 ma l’attività totale è di 850 procedure l’anno quindi molto inferiore a quella italiana.
ATTIVITA’ PEDIATRICA MAL DISTRIBUITA
Dei 22 Centri Trapianti di fegato italiani solo quello di Roma ospedale Bambino Gesù è esclusivamente pediatrico, mentre l’attività pediatrica è svolta bene e in modo collaterale nei centri di Bergamo, Palermo Ismett, Padova, Torino. Manca quindi una buona distribuzione dell’attività pediatrica su scala nazionale che è chiaramente concentrata in Lazio, Lombardia, Sicilia, Veneto e Piemonte, con scarsa presenza nel centro italia e nel sud. E a questo proposito, grazie ad un lavoro di ricerca di dottorato della dott.ssa Laura Coletti, sappiamo che il fabbisogno regionale toscano di trapianto pediatrico è stato stimato in 4-5 pazienti/anno.
PISA PUNTO DI RIFERIMENTO
In questo quadro di razionalizzazioni e maggiore distribuzione da realizzare in ottica di governo (come strategia) nazionale, Pisa è già un punto di riferimento e va solo migliorata. Fare un secondo polo a Firenze significherebbe togliere fondi a questo Centro e così destinarlo ad un peggioramento del servizio. Come dicevano i latini “Cui prodest“? (trad. a chi giova?).
Sicuramente non ai cittadini, sicuramente non all’équipe pisana che finora ha dimostrato grandi capacità, sicuramente non alla città di Pisa.
Come descritto nella nostra mozione parliamo di un Centro con 7 chirurghi e 2 epatologhe, un programma con un Coordinamento trapianti H24 costituito da 9 infermieri on-call, una degenza protetta di 16 posti letto (8 di sub-intensiva e 8 di degenza ordinaria), la terapia intensiva diretta dal Prof. Biancofiore con 12 letti in parte legati ai trapianti e, ultima ma non meno importante, l’integrazione di numerose competenze ed eccellenze aziendali, tra cui Radiologia e Radiologia Interventistica, Centro Trasfusionale, Laboratorio immunosoppressori, Endoscopia Digestiva, Malattie Infettive, Laboratorio di Virologia e altri ancora fino ai centri di consulenza presso il CNR-Fondazione Gabriele Monasterio.
E’ privo di qualsiasi senso mirato all’interesse collettivo depotenziare questo Centro per crearne un altro a Careggi e tra l’altro la duplicazione va contro lo stesso nuovo Regolamento per gli Standard Ospedalieri, Decreto Ministeriale n° 70/2015.
Spero che il Consiglio regionale ci ascolti e impegni la giunta a fermare questi disegni, puntando anzi a risolvere i problemi del Centro trapianti di Pisa, noti da tempo: la carenza di personale (dovuta ai tagli), l’obsolescenza strutturale e tecnologica (frutto sempre dei tagli) e le criticità organizzative in corso di donazioni multiple, che attualmente rappresentano un 30% circa dell’attività di donazione regionale e che hanno condotto nel 2017 alla cessione di 19 organi.