Tramite il caso CUP di Massa Carrara abbiamo scoperchiato il problema della gara unica regionale sui servizi front office della sanità regionale.
Da lunedì l’attuale affidatario del servizio di supporto per la libera professione nella ex ASL di Massa passerà l’incarico in favore di una ATI che lo acquisisce senza gara, in forza di un ‘trucchetto’ amministrativo del quale la giunta PD-Rossi deve spiegazioni. Una conseguenza della riforma sanitaria e dell’approccio di privatizzazione scelto dalla giunta PD-Rossi che non riguarda solo il territorio apuano.
Pochi cittadini sanno che quando vanno nei CUP ASL si trovano di fronte lavoratori di società private che hanno vinto la gara per gestire quel servizio. Da cittadini riveliamo a queste persone informazioni riservate sui nostri bisogni di salute col paradosso che magari alcuni dei loro datori di lavoro erogano proprio servizi sanitari accessori legati a quei bisogni. Prenotiamo una visita ortopedica, l’addetto la registra e non sappiamo che magari la cooperativa per cui lavora fa proprio assistenza sanitaria ortopedica in forma privata.
Nella Toscana a guida PD-Rossi tutto questo è normale, per noi no. E quanto sta succedendo nel sistema di affidamento di questo servizio sensibile rinforza la nostra convinzione.
In ogni ex ASL toscana c’erano delle società private vincitrici di gara su questo servizio di libera professione. Guardando alla sola area oggi riunita nella maxi ASL Toscana Nord Ovest, su Massa Carrara operava ATI CNS – Televita spa; a Pisa e Lucca ATI CIS, Coop Nuovi Orizzonti e Coop di Facchinaggio Luigi Morelli; e nel livornese ATI Elettronica Bio Medicale, Coop Nuovo Futuro e Telecom Italia spa. Stesso scenario su Grosseto e Siena mentre nella Toscana centrale – Prato, Pistoia, Firenze – l’affidamento avvenne a seguito di un ricorso al TAR vinto nel 2016 dalla ATI Consorzio Evolve – Deloitte Finance Process Solutions. Ebbene dopo solo un anno di affidamento legato alla macro ASL Toscana Centro questa realtà anomala – composta da due società di consulenza, una delle quali casualmente guidata da un noto esponente del Partito Democratico fiorentino – è diventata affidataria di questo servizio su base regionale fino al 2020, senza alcuna gara.
Ce l’ha fatta con ‘trucchetto’ amministrativo: dopo il ricorso vinto siglò un Accordo Quadro con la ASL Toscana Centro. E le altre due macro ASL, Nord Ovest e Sud Est, hanno chiesto e ottenuto da ESTAR di aderire a quell’Accordo Quadro. L’ok di ESTAR è arrivato il 21 giugno e per le altre ATI che stavano gestendo il servizio nelle ex ASL, in forza di gare vinte, c’è solo il magro contentino di piccole proroghe fino a fine estate. Tutto scritto nella determina n.1055 del direttore di area divisione servizi, beni economali e arredi di ESTAR, datata 30 giugno 2017
Questo ‘trucchetto’ sembrerebbe replicato anche per il call center per la prenotazione specialistica ambulatoriale e per le informazioni sanitarie, con l’Accordo Quadro stipulato il 1 giugno 2017 con la ditta S.D.S. srl per ora sulla sola Area Metropolitana Fiorentina. Le altre seguiranno con stesso sistema?
Ma come fanno degli amministrativi a fare tutto questo senza che la politica dica niente? E’ esattamente il contrario, è la politica che ha creato le condizioni per tutto questo.
Con la delibera n.521 del 15 maggio scorso la giunta Rossi-PD ha approvato gli “indirizzi per la definizione di modelli operativi aziendali di gestione dei servizi di Front Office” impegnando le Aziende Sanitarie regionali – tre per la riforma Rossi-Saccardi – a presentare entro il 30 maggio (quindici giorni dopo) progetti “relativi allo sviluppo di un modello operativo di gestione dei servizi di front office aziendali” per superare “l’attuale modello di call center”. E così ecco fatto: il 21 giugno è arrivata la nomina del Collegio Tecnico per elaborare il capitolato necessario alla gara unica regionale per i servizi di Front Office. La aspettiamo, sempre che il modello Accordo Quadro non arrivi prima.
Per i lavoratori di tutte queste realtà, soprattutto cooperative, che hanno fatto finora da stampella alla sanità pubblica non sembra esserci alcuna tutela. Nessun accordo pare citare la clausola sociale quindi la necessità di assumere questi lavoratori a prescindere da chi vinca la gara unica.
La nostra preoccupazione è per la loro sorte.
Ci auguriamo che definitivamente smettano di credere a quella politica cui pensavamo magari di dovere un posto di lavoro, quando nei fatti erano loro ad assicurarle una credibilità garantendo un servizio pubblico con condizioni inferiori a quelle dei dipendenti pubblici. Per questo rilanciamo la nostra battaglia sul tema: l’internalizzazione di questi servizi sensibili che solo sulla carta si possono chiamare non sanitari.
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