I tumori sono una delle principali cause di morte nei bambini e ragazzi, anche in Toscana. Questa piaga intollerabile si combatte partendo da indagini epidemiologiche in grado di chiarire dove ci si ammala e muore di più per queste patologie, attivando accertamenti puntuali per scoprire le cause. Informazioni basilari per un buon governo delle istituzioni che possa garantire la salute pubblica meglio di come fatto finora. Purtroppo il Registro Tumori toscano non pubblica dati aggiornati da tempo e dopo l’ultima figuraccia internazionale ci viene il dubbio che li acquisisca in modo non corretto. Come spiegare altrimenti il fatto che manchino i suoi rilievi nell’ultima indagine dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) sul tema dei tumori infantili e nell’adolescenza (periodo 2001-2010)?
Parliamo di uno studio importante, pubblicato su una rivista scientifica prestigiosa – Lancet Oncology – che già con i pochi registri italiani coinvolti (15 su 47) ha potuto certificare per il nostro paese le più elevate incidenze tumorali nella fascia 0-14 anni rispetto a tutta l’Europa.
Perché l’ISPO Toscana, che gestisce il Registro tumori della Regione, non è incluso tra i partecipanti?
Come dobbiamo prendere questa scelta se non come ennesima dimostrazione di malgoverno e cecità di una classe politica che congela milioni di euro per grandi opere inutili come Darsena Europa, ma dimentica di attivare indagini adeguate e fondamentali per conoscere lo stato di salute dei suoi bambini? Noi alla logica del far finta di niente non ci stiamo. I fattori di rischio che possono spiegare l’insorgenza dei tumori nei bambini e adolescenti sono essenzialmente ambientali, visto che gli stili di vita a rischio cominciano a dar segno di sé in età adulta, e lì bisogna intervenire.
A titolo precauzionale servirebbe un patto tra Regione ed enti locali: sospendere da subito ogni iniziativa che autorizzi o sostenga impianti inquinanti, ad esempio gli inceneritori, per puntare invece sugli indirizzi della nostra proposta di legge per l’economia circolare che oggi presentiamo a Pistoia e Quarrata. E soprattutto investire ogni risorsa disponibile nella bonifica delle aree a rischio accertato, come SIN e SIR, e nel favorire la conversione di quelle attività industriali che ancora oggi sfruttano la strategia dello struzzo del gruppo di potere PD – ex PD Rossi.
Per questo abbiamo presentato una mozione al voto nel prossimo Consiglio regionale che dice due cose semplici: sui SIN – SIR vogliamo un Consiglio regionale impegnato a verificare il rispetto degli accordi di programma, da sempre disattesi, e soprattutto un Osservatorio regionale aperto ai Sindaci dei territori coinvolti, dove ogni atto prodotto o acquisito sulle bonifiche sia reso pubblico per permettere ai cittadini di monitorare lo stato di avanzamento e le cause di eventuali ritardi. Non ci accontentiamo degli specchietti per allodole del PD: qui abbiamo territori come Massa Carrara che hanno aree da bonificare con una spesa di oltre 34 milioni di euro e vorrebbero guadagnarsi un grazie dalla popolazione per averci iniziato a mettere 3 milioni.