Firenze 18 settembre 2015. Il Movimento 5 Stelle porterà martedì in Consiglio Regionale una mozione sull’ottimizzazione del sistema di aiuto alle donne vittime di violenza.
“Ogni anno in Toscana 2.500 donne prendono coraggio e si rivolgono ai Centri AntiViolenza territoriali per mettere fine al loro incubo e iniziare una nuova vita. La legge regionale toscana individua una filiera di assistenza che dopo 8 anni di sperimentazione ha mostrato qualche lacuna: alcune strutture si autodefiniscono Centri AntiViolenza senza averne i requisiti – segnalano i consiglieri M5S –togliendo fondi magari a strutture che invece ne avrebbero, a ragione, diritto, ma soprattutto non è garantita la copertura territoriale del servizio di ospitalità per le donne maltrattate.
Ad oggi infatti la Regione, insieme alle altre istituzioni della Rete di assistenza indicate nella legge, ha mancato di assicurare in tutto il territorio un numero di Case Rifugio adatto ad accogliere le donne che hanno subito violenza e seguirle con personale qualificato. Molte di queste donne – proseguono i Cinque Stelle – vengono inviate dai servizi sociali comunali presso strutture convenzionate – persino conventi – che nulla hanno a che vedere col “Centro Rifugio” descritto dalla normativa e ricordiamoci che parliamo di donne spesso tenute in stati di segregazione e umiliazione per decenni, che hanno bisogno di una forma d’assistenza precisa, acquisibile solo nei Centri AntiViolenza e mirata al recupero dell’autostima e di forme minime di fiducia interpersonale.
A causa di questa situazione in Toscana alcune di queste donne, hanno scelto di tornare nel loro inferno quotidiano proprio perché l’assistenza a loro fornita non era in alcun modo idonea alla loro condizione. Questo è inaccettabile – sostengono i consiglieri M5S – e per questo chiediamo a Rossi e Saccardi un cambio di passo sul tema e di accogliere la nostra richiesta di una filiera specifica di accreditamento dei Centri AntiViolenza, ma soprattutto il monitoraggio dei requisiti per la concessione dei finanziamenti e un piano di copertura di tutto il territorio regionale con Case Rifugio gestite solo da questi Centri.
Ci dispiacerebbe – concludono i Cinque Stelle – dover ritrovare tra qualche anno, magari in un’inchiesta della magistratura, che anche su questo tema qualcuno lucra alle spese delle donne maltrattate, delle volontarie che si spendono in tal senso per garantire loro un futuro migliore e persino delle casse pubbliche”.
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