Abbiamo votato contro la seconda puntata della telenovela “Riforma sanitaria PD”: le Zone Distretto. Dovevano partire a giugno 2016, adesso il PD mette nero su bianco l’avvio 18 mesi dopo. Ma il ritardo è davvero il minore dei problemi.
Le Zone Distretto sono accorpamenti fatti sulla carta senza nessun criterio di analisi riguardante i bisogni di salute della popolazione. Abbiamo chiesto che si partisse da questi, che si facessero funzionare prima i territori e in conseguenza dei risultati valutare ogni ridimensionamento degli ospedali, ma il Partito Democratico ha detto no e ha fatto l’esatto opposto.
Le Zone Distretto previste dal PD si fondano su un elemento di dubbia costituzionalità: le Società della Salute. Carrozzoni che hanno fallito a livello tale da arrivare in alcuni casi all’auto-scioglimento.
Faremo una lotta oppositiva in aula su questo provvedimento, come per la Riforma Sanitaria. Il PD è riuscito persino a ridurre quel peso importante delle istituzioni locali nella gestione della salute pubblica. Era difficile, ma loro sono dei campioni del “al peggio non c’è mai fine”.